lunedì 26 maggio 2008

Modulo Pirandello: Unità Didattica 3

III UNITA’ DIDATTICA

DAL TEATRO GROTTESCO AL TEATRO NEL TEATRO

Finalità:
In questa unità didattica grande importanza è data al testo teatrale, colto nella sua dimensione comunicativa immediata e analizzato nella sua plurivalenza interpretativa. L’attenzione è rivolta soprattutto alla lettura analitica di passi scelti tratti dai testi teatrali di Pirandello: “Il giuoco delle parti” e “Sei personaggi in cerca d’autore”. La lettura tende a dare consapevolezza della struttura complessiva e del contenuto essenziale, ma suggerisce anche la riflessione sulla ricchezza di motivi che ai diversi livelli il testo può offrire. Attraverso la centralità del testo teatrale è possibile stimolare negli studenti il piacere di conoscere, sia leggendo i testi, sia diventando frequentatori di teatro, le opere appartenenti a tal genere. Quindi formare un lettore-spettatore “consapevole”, che sappia comprendere e decodificare a vari livelli il testo che legge e la rappresentazione a cui assiste, ma soprattutto che continui a manifestare lo stesso interesse anche fuori la scuola .

Prerequisiti:
conoscenza del dramma borghese d’impianto naturalistico
conoscenza dei dati essenziali della vita e delle opere di Luigi Pirandello
conoscenza dell’intreccio tra vicende biografiche, contesto socio-culturale e impegno intellettuale
conoscenza dei tratti fondamentali della poetica pirandelliana
conoscenza degli elementi formali di un testo teatrale
conoscenza degli strumenti base per effettuare un’analisi di un testo teatrale

Obiettivi specifici:
individuare gli aspetti strutturali, stilistici e linguistici presenti nei testi
individuare i principali nuclei tematici presenti nei due testi teatrali:
- lo straneamento dei protagonisti
- il grottesco
- l’impossibilità di comunicare
- il conflitto vita-forma
comprendere i rapporti tra lingua, stile e contenuto e ricostruire i tratti caratterizzanti della poetica
individuare i rapporti tra continuità e frattura con la tradizione della produzione teatrale ottocentesca
valorizzare i tratti di novità delle scelte tematiche e stilistiche di Pirandello
potenziare la capacità di analisi, attraverso l’individuazione degli elementi nel testo teatrale
raccogliere sottoforma di mappe concettuale le informazioni tratte dal testo
acquisire la capacità di esprimere sul testo teatrale giudizi autonomi e argomentati

Contenuti:
Pirandello e il teatro
Il “grottesco”
Lettura e analisi di alcune scene tratte da “Il giuoco delle parti”
Il teatro nel teatro
Lettura e analisi di alcune scene tratte da “Sei personaggi in cerca d’autore”.


Metodologie:
Lezione frontale
Lezione partecipata per riassettare le conoscenze sul testo teatrale
Lettura e analisi guidata dei testi
Lezione partecipata per riprendere gli elementi dell’analisi testuale e produrre strumenti di sintesi

Tempi:
5h ( comprensive di verifica 1h)

Strumenti:
Libro di testo
Libro relativo all’analisi testuale
Fotocopie ed altro materiale cartaceo forniti dal docente
Mappe concettuali per fissare le informazioni

Spazi:
Aula

Verifica:
Prova individuale: 10 domande a risposta aperta

Articolazione dell’unità didattica:
Per lo svolgimento della presente unità didattica sono previste le seguenti lezioni:

Lezione 1 Per introdurre l’argomento e per sondare i prerequisiti della classe, il docente chiede ai ragazzi in quale periodo della sua vita Pirandello approda al teatro e con quali opere. Con un approccio frontale, brevemente, viene illustrata alla classe la concezione originaria dell’autore nei confronti della rappresentazione teatrale e la definizione pirandelliana del “grottesco” . Questa prima fase è seguita dalla lettura e analisi di alcune scene tratte dal “Il giuoco delle parti”(scene I-III, atto I; scena III, atto II; scene III-IV, atto III), dove gli alunni partecipano attivamente. Infatti il docente, coinvolge direttamente la classe invitando alcuni studenti a leggere ad alta voce le didascalie e a recitare le battute dei personaggi presenti nel testo. Dopo la lettura di ogni atto, gli altri studenti, avranno il compito di sottolineare le parti del testo utili a delineare il ritratto dei personaggi. Inoltre dovranno evidenziare nel testo tutti gli elementi che rimandano alle novità stilistiche e contenutistiche del testo teatrale di Pirandello. Tutto ciò per fornire informazioni utili all’analisi testuale. Da qui , infine - grazie agli elementi acquisiti durante l’analisi testuale e le conoscenze già assimilate sul dramma borghese - verrà avviata una riflessione su quelle che sono le differenze fondamentali tra il dramma pirandelliano e il dramma borghese d’impianto naturalistico. Le conclusioni tratte da questa discussione verranno raccolte dagli studenti sottoforma di mappa concettuale.
Tempi: 2 ore
Lezione 2 Una breve lezione frontale, da parte del docente, sulle soluzioni d’avanguardia del “teatro nel teatro”, affianca la spiegazione di alcuni passi tratti dalla Prefazione al testo teatrale di “Sei personaggi in cerca d’autore”, che la classe ha precedentemente letto a casa. Gli alunni in quella lettura hanno sottolineato i “concetti chiave”, presenti nel testo, utili a comprendere la trama e il significato della commedia. Infatti la spiegazione del docente parte proprio dai concetti evidenziati dagli alunni. In questo modo, è possibile mantenere viva l’attenzione e la partecipazione della classe. Gli studenti sono pronti ad interpretare ad alta voce il dialogo cruciale tra il Padre e la Figliastra tratto da “Sei personaggi in cerca d’autore”(La rappresentazione teatrale tradisce il personaggio). Alla fine, selezionando gli elementi del testo, verranno messe in evidenza, quelle che sono le novità tematiche, strutturali e stilistiche di esso. Alla luce dei contenuti acquisiti, fino ad ora, si passa ad una discussione partecipata su quelle che sono le novità proprie del testo teatrale pirandelliano e di come gli strumenti tipici del teatro ottocentesco siano inadeguati, per un opera con una trama ed un significato così difficile ed articolato. Tempi: 2 ore
Lezione 3 Verifica degli argomenti trattati attraverso un questionario di 10 domande a risposta aperta. Tempi: 1 ora


SVOLGIMENTO DEI CONTENUTI


Lezione 1:
Introduzione Nel 1908 Pirandello pubblica l'importante saggio “Illustratori, attori e traduttori”dove esprime le sue idee negative, sull’operazione compiuta dagli attori che recitano un dramma. Pirandello è convinto che la rappresentazione scenica in assoluto, a prescindere dalla maggiore o minore bravura degli attori, costituisca inevitabilmente un tradimento, una deformazione dell’idea dell’autore. Nel rapporto autore-attore si riflette un tema tipicamente pirandelliano, continuamente presente nelle sue opere, il dramma della relatività delle visioni individuali, per cui ciascuno vede la realtà a seconda del mondo di idee e sentimenti che ha dentro, e per questo non potrà mai intendere la visione degli altri. E per questa ragione Pirandello si distacca dalla lezione positivista e, presa diretta coscienza dell'impossibilità della rappresentazione scenica del "vero" oggettivo, cerca nella produzione drammaturgica di scavare l'essenza delle cose per scoprire una verità altra, come poi spiegò nel saggio l'Umorismo con il sentimento del contrario.
La prima grande produzione teatrale, che comprende drammi come Il Piacere dell’onesta e Il giuoco delle parti, assume le vesti del “grottesco”, un’arte riflessiva, sdoppiata, parodistica, che nega se stessa. Nel saggio L’ironia (1920) Pirandello definirà il grottesco:« una farsa che include nella medesima rappresentazione della tragedia la parodia e la caricatura di essa, ma non come elementi sopramessi, bensì come proiezione d’ombra del suo stesso corpo, goffe ombre d’ogni gesto tragico». Infatti il grottesco non è il semplice accostamento, ma l’intima fusione di serio e ridicolo, tragico e comico: è lo scoprire il comico nel tragico, e viceversa il tragico nel comico.
Tempo: 30 minuti
Lettura e analisi del “Il giuoco delle parti” (scene I-III, atto I; scena III, atto II; scene III-IV, atto III).
Il dramma, tratto dalla novella " Quando si è capito il giuoco ", fu rappresentato a Roma nel dicembre del 1918. La commedia pirandelliana riprende il dramma borghese “serio”, tradizionalmente incentrato sul motivo dell’adulterio e sull’eterno triangolo marito - moglie - amante, e lo svuota dall’interno, lo riduce all’assurdo, ad un meccanismo vuoto e paradossale, alla parodia di se stesso. E la “farsa” dello scambio di parti fra marito e amante assume un carattere serio, sofferto, si colora di tragedia con la morte di Venanzi (amante), che getta un’ombra cupa sul finale dell’ultimo atto.
Leone Gala (marito) si presenta all’apparenza come un tipico eroe pirandelliano “filosofo” ed estraniato dalla vita, che contempla il vano meccanismo sociale e il convulso arrovellarsi degli uomini dall’esterno, dall’alto della sua consapevolezza, egli si estrania anche da se stesso, guardandosi dal di fuori. Leone vuol dominare con l’intelletto la sua vita, chiarificare «il torbido dei sentimenti», fissare «in linee placide e precise» tutto ciò che «si muove dentro tumultuosamente». Gli uomini, in preda ai loro impulsi, mutano continuamente, egli, invece, vuole fissarsi stabilmente al «pernio di un concetto». Questa filosofia di vita, Leone Gala la esprime nella scena III del I atto con la metafora dell’uovo. Il caso imprevisto, che sconvolge l’equilibrio interiore, è paragonato ad un uovo fresco che arriva addosso all’improvviso: il “filosofo” prontamente lo afferra, lo fora e se lo beve, riducendolo a guscio vuoto. Quindi il dentro dell'uovo è il contenuto, la vita, che si prende, si vede (« si beve»), la vita con tutta l'urgenza dei suoi interessi e la varietà dei suoi motivi; il guscio è il concetto astratto delle cose, la loro forma vana ed esteriore che va buttata. Leone sembra recitare perfettamente la sua parte da bravo marito, che rispetta il patto stipulato con la moglie, in realtà già dall’ suo ingresso in scena, nell’aggiustare le lancette all’ora esatta, rivela che non si è affatto estraniato dalla vita degli altri, non la guarda dall’esterno senza farsi coinvolgere, al contrario, vuole inserirsi nella vita degli altri, in particolare in quella della moglie. Silia, la moglie, rappresenta l’istinto, lo slancio vitalistico irrazionale, che non vuole essere dominato e tenuto «in carcere». Ella soffre nell’essere prigioniera di quel ruolo sociale impostogli dal marito, dall’amante e dal suo essere donna: « questo mio corpo, quando mi dimentico che è di donna, e nossignori, non me ne debbo mai dimenticare, dal modo come tutti mi guardano».
Guido Venanzi, l’amante, per buona parte del dramma appare come un superficiale uomo di mondo, eppure nel finale arriva a svelarsi magnanimo e dignitoso , accettando fino in fondo la sua parte e affrontando il duello, anche a costo della vita. Anche lui soffre, destando nello spettatore il sentimento del contrario, e diviene così, un personaggio “umoristico” e non una semplice marionetta comica.
Nella conclusione del dramma Leone, nel desiderio di vendicarsi della moglie adultera e dell’amante, mostra la sua passionalità e i sentimenti che ancora nutre nei confronti della moglie. Infatti il finale non segna il trionfo dell’eroe “filosofo”, che contempla con superiore distacco “il giuoco delle parti”, ma la sua sconfitta. Proprio la passione, il suo immedesimarsi totalmente nel ruolo di marito tradito che si vendica, ha generato la tragedia, la morte di Venanzi. Il “giuoco” che pretendeva di dominare gli è sfuggito di mano e si è ritorto contro di lui. Nell’ultima scena Leone, chiamato per il rituale della colazione, “come se non udisse, non si muove”. Il personaggio comico, nella parte di “filosofo”, qui lascia trasparire la sua sofferenza. Tempo: 1 ora
Discussione partecipata Da essa emerge che: il contesto teatrale in cui Pirandello veniva ad inserirsi era quello del dramma borghese di impianto naturalistico, che s’incentrava sostanzialmente sui problemi della famiglia e del denaro, vale a dire sull’adulterio e sulle difficoltà economiche. Era un dramma serio, che spesso indulgeva all’enfasi e al sentimentalismo, e si fondava sulla verosimiglianza, sulla riproduzione fedele della vita quotidiana, sulla proposizione dei personaggi a tutto tondo, su uno psicologismo che aveva come presupposto la rigida consequenzialità di causa ed effetto propria del determinismo naturalistico. Pirandello apparentemente riprende quei temi e quegli ambienti, ma porta la logica delle convenzioni borghesi alle estreme conseguenze, sino a farla esplodere dall’interno. I ruoli imposti dalla società borghese, il marito, l’uomo d’affari vengono assunti come estremo rigore, sino a giungere al paradosso e all’assurdo, e così vengono smascherati nella loro inconsistenza. Nei suoi drammi Pirandello sconvolge due capisaldi del teatro borghese naturalistico, La verosimiglianza e la psicologia. Gli spettatori non hanno l’illusione di trovarsi di fronte a un mondo “naturale”, del tutto simile a quello in cui sono abituati a vivere, ma vedono un mondo stravolto, ridotto alla parodia e all’assurdo, in cui i casi della vita “normale” sono forzati all’estremo e deformati, assumendo una fisionomia stranita, artificiosa che lascia sconcertati e spaesati. Allo stesso modo, i personaggi non sono caratteri corposi, dalla psicologia coerente e unitaria, ma scissi, sdoppiati, contraddittori, irrigiditi anch’essi, come gli intrecci, in forme astratte e assurde, trasformati quasi in esagitate marionette. Il linguaggio adottato in questi drammi è concitato, fatto di continue interrogazioni, sottintesi, mezze frasi, che danno l’idea dell’agitarsi delle passioni come nel vuoto, in uno spazio astratto remoto dalla vita reale e impediscono l’identificazione emotiva degli spettatori, inducendoli a vedere la scena in una prospettiva straniata, a leggerla criticamente.
Tempo 30 minuti









Dopo un’accurata riflessione, la classe ha prodotto una mappa concettuale che mette a confronto il dramma borghese con quello pirandelliano.



Lezione 2:
Introduzione Le soluzioni d’avanguardia del “teatro nel teatro”, vale a dire la messa in scena di un’opera metateatrale, dove si affrontano a teatro non più i problemi della vita, ma quelli relativi alla realtà teatrale, le ritroviamo nei testi: Sei personaggi in cerca d’autore; Ciascuno a suo modo e Questa sera si recita a soggetto, in cui, rispettivamente, vengono trattati i conflitti tra personaggi e attori, tra attori e pubblico, tra autore e regista. Pirandello supera la fase del grottesco in cui ha svuotato dall’ interno, rendendole assurde, paradossali e ridicole le strutture convenzionali del dramma borghese. Adesso con la trilogia “metateatrale” rifiuta questo teatro e oggetto della sua opera diviene tale rifiuto.
Nel 1921, con i Sei personaggi in cerca d’autore, porta allo scoperto la sua diffidenza per il fatto scenico, investendo direttamente temi, intrecci, e convenzioni teatrali del suo tempo. I sei personaggi a cui allude il titolo, un Padre, una Madre, un Figlio, una Figliastra, una Bambina, un Giovanotto, sono nati vivi nella mente di un autore, ma questi si è rifiutato di scrivere il loro dramma, che è simile a qualsiasi altro dramma borghese basato sull’ adulterio, su conflitti familiari, lutti strazianti, colpi di scena sorprendenti. I personaggi, in qualità di creature nate nel mondo dell’arte, superato il momento iniziale dell’ “essere”, hanno bisogno di quello della “ragion d’essere”, cioè della realizzazione in un copione e in atto scenico, perché è solo nel teatro che essi ritrovano la compiuta realizzazione. Nella stessa Prefazione al testo nell’edizione del 1925 , infatti, Pirandello dichiara: «Il dramma è la ragion d’essere del personaggio; è la sua funzione vitale: necessaria per esistere». Oltre quell’illusione di vivere sulla scena, il personaggio non ha altra realtà. Pertanto, si presentano su un palcoscenico dove una compagnia sta provando una commedia (Il giuoco delle parti) e chiedono al Capocomico di dare al loro dramma quella forma che l’autore non ha voluto dargli. Lo scrittore, come egli stesso ha precisato nella Prefazione: «Io ho voluto rappresentare sei personaggi che cercano un autore. Il dramma non riesce a rappresentarsi appunto perché manca l’autore che essi cercano; e si rappresenta invece la commedia di questo loro vano tentativo, con tutto quello che essa ha il tragico per il fatto che questi sei personaggi sono stati rifiutati» quindi, invece del dramma dei personaggi , mette in scena l’impossibilità di scriverlo, nonché di rappresentarlo.
Tempo: 30 minuti
Lettura e analisi da “Sei personaggi in cerca d’autore”: “La scena”
(Il Padre e la Figliastra devono rivivere dinanzi alla compagnia la scena cruciale dell’incontro nella casa d’appuntamenti, in modo che se ne possa trarre una stesura scritta destinata poi ad essere recitata dagli attori).
Questa potrebbe essere la scena madre di un dramma borghese, l’incontro tra il padre e una figliastra in una casa di appuntamenti, invece, viene del tutto straniata, spezzata dall’intrusione della attrice giovane, che, proprio nel momento culminante della seduzione, interviene con le sue preoccupazioni per il cappellino, ma anche dalla ripetizione caricaturale che della scena danno gli attori. Quello che prima poteva essere tragico, diviene comico. Siamo sempre nell’ambito del “grottesco”, come afferma Pirandello nella Prefazione: «la passionalità, propria dei procedimenti romantici, che i personaggi mostrano nel rivivere il loro dramma è umoristicamente posta, campata nel vuoto». I personaggi sono protagonisti di un’altra commedia quella dell’impossibilità di scrivere e mettere in scena la loro vicenda, quella che essi vivono con tanta passione. Nella parte in cui gli attori recitano la scena vissuta dai personaggi si propone il tema, caro a Pirandello, del tradimento inevitabile che la rappresentazione teatrale opera nei confronti dell’idea dell’autore. Gli attori, per quanto bravi, recitano in modo caricato e forzato, seguendo schemi fissi, senza saper dar vita veramente ai personaggi. Da qui deriva l’impossibilità di comunicare, gli attori non sarebbero mai in grado di rendere il dramma come i personaggi lo sentono. Infatti il Padre nelle ultime battute afferma: «Appunto, gli attori! E fanno bene, tutti e due, le nostre parti. Ma creda che a noi pare un’altra cosa, che vorrebbe essere la stessa, e intanto non è! Una cosa, che…diventa di loro; e non più nostra». Infine ritroviamo, un altro tema, centrale nella visione pirandelliana, il conflitto vita-forma, o, come afferma sempre lo scrittore nella Prefazione, «il conflitto immanente tra la vita che di continuo si muove e cambia e la forma che la fissa, immutabile». Soprattutto il Padre e la Figliastra « parlano di questa atroce inderogabile fissità della loro forma, nella quale uno e l’altra vedono espresse per sempre, immutabilmente, la loro essenzialità, che per l’uno significa castigo e per l’altro vendetta.; e la difendono contro le smorfie fittizie e la volubilità degli attori e cercano d’imporla al volgare Capocomico che vorrebbe alterarla e accomodarla alle così dette esigenze del teatro». Infatti essi nascono direttamente come personaggi, e quindi con dei caratteri ben definiti ed eterni: alla mutabilità delle persone, essi sostituiscono la fissità. Nel contrasto fra l’Io illusorio dell’uomo e l’identità immutabile del personaggio, nel capriccioso gioco tra vita e forma, il personaggio appare più unitario dell’essere umano. Anche nell’impianto strutturale, il dramma segna una rottura radicale con le convezioni teatrali ottocentesche. Il sipario era il confine che doveva segnare la platea dal palcoscenico, cioè la realtà dalla finzione, solo così la finzione scenica poteva essere vissuta dagli spettatori come realtà. Pirandello, invece, spezza quest’ illusione convenzionale, gli spettatori hanno inizialmente l’impressione non di assistere ad un spettacolo, ma di cogliere realmente, come per disguido, la compagnia mentre sta provando una commedia. Inoltre manca il fondale, sembra che vi sia la volontà di abolire il luogo deputato alla finzione teatrale. Nel testo sono state abolite tutte le indicazioni riguardanti le scene e gli atti, solo le pause possono dare l’idea degli atti e il cambio di scena viene segnato dall’ingresso improvviso di oggetti Tempo: 1 ora
Discussione partecipata Per una migliore assimilazione dei contenuti proposti e soprattutto per sviluppare giudizi autonomi negli studenti, viene avviata una lezione partecipata in cui gli studenti sono invitati a riflettere su alcuni temi portanti dell’opera come: il conflitto tra attori e personaggi; il dramma dei sei personaggi; il dramma pirandelliano dell’incomunicabilità. Inoltre ci si può soffermare su gli aspetti stilistici e tecnici del testo che lo discostano dal testo teatrale tradizionale come:la mancanza di monologhi e “a parte”; la continuità di linguaggio tra didascalia e battute; i discorsi del Padre e della Figliastra che oscillano tra il registro della confessione e della narrazione; la presenza di procedimenti straniamento. Alla fine della riflessione sulla la vicenda dei sei personaggi emerge che essa non può essere scritta e rappresentata poiché gli strumenti abituali di rappresentazione teatrale sono disadatti a tradurre autenticamente una realtà tanto crudele e psicologicamente oscura. Il copione, i ruoli degli attori la finzione scenica: tutto è troppo convenzionale. Questo dramma può solo essere rivissuto dall'interno, dalla coscienza duramente segnata dei personaggi stessi. Il modo di rivivere tale vicenda può solo essere quella di un incubo surreale. Tempo: 30 minuti
Lezione 3:
Verifica finale: Questionario a risposta aperta
1) Quali temi si affrontano nella commedia “Il giuoco delle parti”?
2) Ricostruire il ritratto fisico, psicologico e sociologico di Silia dalle informazioni al riguardo contenute nelle didascalie e nelle battute.
3) Il personaggio di Guido Venanzi che atteggiamento assume durante lo svolgimento della commedia? Si riscatta nel finale, accettando il duello?
4) Che cosa simboleggiano il “pernio” e l’ “uovo” che vengono citati per la prima volta da Leone nella sua conversazione con Guido nella scena III dell’atto I ?
5) Leone Gala in che misura può essere definito un falso “eroe filosofo” pirandelliano? Individua (nelle didascalie e battute) i particolari, le sfumature delle parole e dei gesti di Leone Gala che tradiscono la sua passionalità, al di sotto della maschera di impassibilità filosofica.
6) Perché Sei personaggi in cerca d’autore viene definito un testo metateatrale? Argomentare la risposta con esempi tratti dal testo.
7) Trovare all’interno del testo tutti gli interventi stranianti ? E che funzione hanno?
8) In che cosa si differenzia per Pirandello l’uomo dal personaggio?
9) Come vengono giudicati gli attori?
10) Sei riuscito a capire, alla luce anche della Prefazione, per quale motivo Pirandello ha “rifiutato”di rappresentare il dramma dei si personaggi?
Tempo: 1 ora
Bibliografia:
- Borsellino Nino, Ritratto e immagini di Pirandello, editori Laterza, 1991, pp. 69-89; 115-125
- Lauretta Enzo, Luigi Pirandello. Storia di un personaggio fuori chiave. Mursia, 1980, pp. 291-322

Nessun commento: